Per preparare questa ricetta è indispensabile avere  un pacco di Pici all’uovo di Laboratorio Graziosi, unici per la loro bontà e perché rendono questa ricetta facile e veloce.
Fate rosolare in una padella uno spicchio d’aglio in olio di oliva ed aggiungete le mandorle tritate ed i pomodori secchi tagliati a strisce. quando le mandorle saranno tostate sfumare con il vino bianco. Quando il vino sarà evaporato, togliere lo spicchio di aglio ed aggiungere la ricotta, il pepe, sale ed un pò di acqua di cottura.
Fate sciogliere la ricotta fino ad ottenere una crema omogenea e liscia. quando i pici saranno al dente, scolare ed aggiungere al sugo. Amalgamare il tutto da fuoco spento ed aggiungere il basilico.
Servite subito spolverando con una manciata di parmigiano.

 

 

 

 

INGREDIENTI

  • 100 g di pomodori secchi
  • 50 g di mandorle
  • 350 g di ricotta
  • 1/2 bicchiere di vino bianco
  • 1 spicchio di aglio
  • olio extravergine di oliva
  • sale
  • pepe nero
  • 5/6 foglie di basilico
  • parmigiano reggiano

 

 

 

 

 

 

 

 

I pici sono una sorta di laccio, un cordone che lega diverse realtà, ciascuna delle quali con il suo condimento favorito. Tradizionalmente questa pasta, essendo un piatto povero e della tradizione rurale, veniva mangiata solo con un po’ di “olio o con un trito di cipolla e sale. Ma ogni comunità o piccolo paese, anche il più piccolo, era ed è ancora capace di offrici una variante di questo straordinario piatto. A Celle sul Rigo, primo paese ad avere consacrato i pici con una specifica sagra già cinquant’anni fa che si tiene tutt’ora l’ultimo fine settimana di maggio.
LE ORIGINI
Qualcuno sostiene che i pici risalgano ad epoca etrusca poiché già presenti in una raffigurazione all’interno della celeberrima Tomba dei Leopardi a Tarquinia. Nel banchetto funebre rappresentato negli affreschi della tomba vi è un dettaglio che raffigura dei contenitori in terracotta contenenti un tipo di pasta lunga, grossa e irregolare che potrebbe far pensare ai progenitori dei nostri pici.
Altri attribuirebbero l’origine dei pici, e lo stesso nome, a Marco Gavio Apicio, noto gastronomo, cuoco e scrittore romano vissuto a cavallo fra il I secolo a.C. e il I secolo d.C. e autore del compendio culinario “l’arte della cucina”.
Altri pareri sosterrebbero che il nome derivi dal gesto che si fa con il palmo della mano per far prendere all’impasto la forma del picio, quello che nel gergo culinario toscano è il verbo “appiciare”. Un’altra strada ci porta a rintracciare l’origine del nome presso la località di San Felice in Pincis (oggi San Felice), vicino Castelnuovo Berardenga.

 

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